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La papessa
(Die Päpstin)
2009, regia di Sönke Wortmann
Scheda: Nazione: Germania-GB-Italia-Spagna - Produzione: Constantin Film, ARD Degeto Film, Dune Films, UFA International Film & TV Production (e coproduzione con Ikiru Films, Medusa Film, Universum Film) - Distribuzione: Medusa Film, Constantin Film, E1 Entertainment Benelux, Monopole-Pathé, Seville Pictures, Summit Entertainment, Contender Entertainment Group, Highlight Film, Nordisk Film, Odeon, West Video - Soggetto: dal romanzo Pope Joan di Donna Woolfolk - Sceneggiatura: Heinrich Hadding, Sönke Wortmann - Fotografia: Tom Fährmann - Montaggio: Hans Funck - Art Direction: Hucky Hornberger, Uwe Szielasko - Scenografia: Bernd Lepel - Costumi: Esther Walz - Musiche: Marcel Barsotti - Effetti speciali: Gerd Feuchter - Formato: Color - Durata: 149'.
Cast: Johanna Wokalek, David Wenham, John Goodman, Iain Glen, Edward Petherbridge, Anatole Taubman, Lotte Flack, Tigerlily Hutchinson, Jördis Triebel, Oliver Cotton, Nicholas Woodeson, Suzanne Bertish, Richard van Weyden, Branko Tomovic, Lenn Kudrjawizki, Ian Gelder, Gerald Alexander Held.
Trama e commenti: cinematografo.it - cinema.ilsole24ore.com - comingsoon.it - film.spettacolo.virgilio.it - mymovies.it: «Nata nell'inverno dell'814 d.c., Johanna è la figlia indesiderata del prete del villaggio, che investe il suo tempo a istruire i figli maschi e a battere la consorte. Ostinata e decisamente illuminata, Johanna viene notata dal maestro greco Esculapio che, vincendo la ritrosia paterna, asseconda ed educa la sua sensibilità. Ma la partenza dell'anziano saggio, rigetterà la fanciulla al suo destino di donna, almeno fino a quando Johanna non si darà alla fuga, scegliendo per sé un diverso avvenire nella scuola della cattedrale di Dorstadt. Protetta dalla nobiltà del Conte Gerold, avvierà, tra gelosia e dileggio, i suoi studi. Invaghitasi di Gerold, proverà a resistere a quel sentimento votandosi ai libri e alla cultura ma la guerra e la crudeltà delle irruzioni sassoni li separeranno. Johanna, costretta a risolvere la propria sorte e indossati abito e identità maschili, troverà riparo nel monastero benedettino di Fulda, dove verrà edotta nell'arte medica e nella teologia col nome di Johannes Anglicus. La paura di essere scoperta e punita come impostore la porterà infine a Roma, dove la sua dedizione ai malati e gli incredibili successi professionali non passeranno inosservati. Condotta al talamo di Papa Sergio, afflitto dalla malattia, ne diventerà presto medico e consigliere. Scampato alla morte il Santo Padre, poi avvelenato da vescovi invisi, il monaco guaritore è destinato ad occupare il seggio di Pietro. L'incontro inaspettato con Gerold e la congiura di chi brama a deporla, lambiranno e minacceranno l'autorità spirituale del “Papa Populi”. La Papessa è la seconda carta degli Arcani Maggiori dei Tarocchi e rappresenta la coscienza femminile opposta al principio maschile (il Bagatto). Raffigurata come una sacerdotessa o in vesti da monaco, è simbolo di sapienza e intende la conoscenza. Questa è pure l'interpretazione e la lettura che Sönke Wortmann attribuisce alla “papessa” ispirata dalle pagine del bestseller della statunitense Donna Woolfolk. Non è certo la prima volta che il cinema si dedica a Johanna Anglicus, la donna che in barba alla misoginia integralista della Chiesa occupò la carica di Pietro e regnò presumibilmente tra Leone IV e Benedetto III. Mito o leggenda medievale, la donna che si fece monaco benedettino e poi Papa Populi fu interpretata nel 1972 dal fascino norvegese di Liv Ullman nel film di Michael Anderson. Diversi anni e pontefici maschi dopo è Johanna Wokalek a portarla sullo schermo in un film che ripropone il genere storico e la dimensione del kolossal. Dopo l'Agorà di Amenábar, storia delle filosofa e astronoma Ipazia colpita a morte dai colpi dell'intolleranza religiosa nell'Alessandria d'Egitto del IV secolo, compete a Wortmann l'accesso di una donna illuminata alla piazza e all'arena allestita dagli uomini. L'ottica prescelta è la medesima e dispone il sesso gentile a baluardo della forza del pensiero e della conoscenza in un mondo destinato agli uomini. Padri, tutori, della legge e della religione, che guardano alla donna come una versione imperfetta dell'uomo, “naturalmente” più adatta alla riproduzione, alla cura dei figli e a una vita all'interno della casa. Niente stelle da guardare, niente libri da consultare, nessuna presenza o attività sulla scena sociale. Il limite del film sta però nel non riuscire a trasformare in cinema le ambizioni programmate e il valore del soggetto trattato. La ricostruzione approssimativa, la sottotrama romantica, i personaggi appena abbozzati tolgono consistenza alla credibilità del racconto e all'esistenza di una donna pontefice compromessa dal “capitano di Gondor” di David Wenham e omessa (presumibilmente?) dalle registrazioni storiche» (Marzia Gandolfi).
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb
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allmovie.com -
movies.yahoo.com -
dw-world.de
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european-films.suite101.com:
«An adaptation of the
novel Pope Joan by Donna Woolfolk Cross, the story focuses on the legend
of the only female pope. Originally released as Die Papstin, Pope
Joan explores the life of a girl driven by love of knowledge and faith as she
ascends to Catholicism’s most powerful position. Like many adaptations it
attempts to remain faithful to the source novel by covering many plot threads
and characters giving the film an epic scope that is only partially executed
well».
Approfondimenti: Movie Review
Conosciuto anche con i titoli: Pope Joan; La papesse Jeanne; La papisa.
Il castello delle ombre: La recensione di Vito Attolini
scheda a cura di Lorenza Cervellera