Dark
Resurrection - Volume 1 è un fan movie prodotto da Davide Bigazzi e diretto da
Angelo Licata, entrambi appassionati di
Guerre Stellari.
È ambientato appunto nell'universo variopinto creato da George
Lucas. Ci troviamo secoli dopo l'esalogia cinematografica: l'Impero
è stato sconfitto e nella galassia regna l'equilibrio, almeno fino
al giorno in cui il maestro jedi Sorran scopre delle antiche
iscrizioni che parlano di un tempio situato in una sconosciuta zona
del pianeta Eron, e di un Eletto destinato ad accedervi e ad
acquisire in tal modo straordinari poteri. Sorran, convinto di
essere il prescelto, dedica la sua esistenza alla ricerca di questo
luogo, e allo scopo non esita a sacrificare le vite di molti
apprendisti, divenendo così un malvagio Sith. Nemmeno il Concilio
dei Cavalieri riesce a fermarlo. Nel frattempo Hope, una bambina
dalle doti misteriose, è stata addestrata ed è pronta ad affrontare
le prove che concluderanno il suo apprendistato di padawan e faranno
di lei uno Jedi vero e proprio. Viene inviata proprio su Eron
insieme al Maestro Zui Mar...
Nelle intenzioni degli
autori, Dark Resurrection è una sfida poiché, oltre a doversi
confrontare con la più nota space opera, un classico della
fantascienza ormai divenuto parte dell'immaginario collettivo, in
Italia manca la tradizione dei fan movie. Gran parte delle
iniziative analoghe a questa dedicate alla saga di Lucas sono
risultati video amatoriali, troppo spesso sviliti dalla povertà
degli effetti speciali, dai costumi approssimativi o dalla
recitazione impacciata.
L'avventura di Licata e Bigazzi invece è andata a buon fine, e,
nonostante autori e collaboratori esercitino professioni diverse dai
mestieri del cinema, c'è ben poco di dilettantesco nella loro opera.
Con passione e mezzi contenuti (appena 7000 euro), il duo ha
realizzato un film vero e proprio, che farebbe la sua figura anche
sul grande schermo.
Dark Resurrection è nato come una produzione indipendente,
sovvenzionata dai fan, che con una modica cifra sono divenuti
produttori associati. Grazie al web, il mediometraggio ha fatto il
giro del mondo, trasformandosi in un fenomeno mediatico. Ha raccolto
l'approvazione dei fan e dello stesso Lucas, ed è stato proiettato
in molte convention. Il debutto è avvenuto in occasione del
trentennale di Guerre Stellari, il 7 giugno del 2007, al Teatro
Ariston di Sanremo, con la prima nazionale. Gli ingredienti del
successo ottenuto sono semplici: un soggetto coinvolgente,
un'ambientazione familiare, dei personaggi azzeccati recitati con
convinzione, la regia sicura, un'ottima postproduzione.
La sceneggiatura è molto ben costruita, e tiene alta l'attenzione
dello spettatore grazie a opportuni flashback. In essi si narrano
eventi cruciali del passato dei protagonisti, che motivano così i
loro comportamenti presenti, le loro paure, il loro carattere.
Sebbene ricalchino degli stereotipi, i personaggi hanno quindi un
vissuto personale, che la regia enfatizza.
Un passo da menzionare è il combattimento tra Sorran e Zui Mar, che
alterna alle parallele vicende della lotta, della disperata corsa di
Hope e dell'attacco da parte dell'astronave nemica, incursioni nel
passato della padawan. L'esito del duello è raccontato in un altro
flashback, visto attraverso gli occhi di Hope. Una vera prova di
bravura, visto che di solito la macchina da presa descrive le
battaglie in senso cronologico, al massimo alternando sequenze e
giostrando sulle inquadrature.
La recitazione è all'altezza delle aspettative: Giuseppe Licata è
molto intenso nel ruolo di Sorran, come pure Elisa Werneck in quello
della Profetessa Organa, ma ottimo in generale è l'intero cast, tra
cui compaiono volti noti della televisione come Marcella Braga (Hope)
e Maurizio Zuppa (Zui Mar Lee). C'è l'entusiasmo dei tanti fan che
hanno preso parte alle riprese: ciascuno di loro si è costruito il
costume e l'equipaggiamento.
In un film di questo tipo, i possibili talloni d'Achille potrebbero
essere i combattimenti con le spade laser, e le ambientazioni. Nei
duelli ci sono in effetti attori più preparati di altri, ma il
montaggio è accorto nel dosare ogni fotogramma, e le eventuali
manchevolezze sfuggono, almeno ad un occhio poco esperto in materia
di arti marziali antiche. Le atmosfere della saga di Lucas sono
ottimamente rese, grazie alla grafica digitale; il senso di
meraviglia decolla, tra anfiteatri, astronavi e templi persi nelle
foreste... La colonna sonora è pregevole, ricorda Hans Zimmer o gli
Immediate Music, e ha ben poco da invidiare a temi epici celebri. Il
doppiaggio è professionale, ben sincronizzato. La post produzione è
intervenuta aggiungendo i molti effetti speciali, d'obbligo in una
space opera che si rispetti.
Il prodotto finale è un esempio di ottimo cinema, una scommessa
vinta, in virtù di un riuscito incontro di tecnologia, passione, uso
accorto dei media e competenze tecniche. C'è da augurarsi che il
progetto Dark Resurrection mantenga le promesse e il prequel
(Dark Resurrection - Volume 0), annunciato per settembre 2013
al teatro Ariston di Sanremo, regali nuove splendide emozioni.
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