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Robin Hood
2010, regia di Ridley Scott
Scheda: Nazione: GB-USA - Produzione: Imagine Entertainment, Scott Free Productions, Universal Pictures, Relativity Media - Distribuzione: Universal Pictures, United International Pictures, Universal Studios - Soggetto: Brian Helgeland, Ethan Reiff, Cyrus Voris - Sceneggiatura: Brian Helgeland - Fotografia: John Mathieson - Montaggio: Pietro Scalia - Art Direction: John King - Scenografia: Sonja Klaus - Costumi: Janty Yates - Musiche: Marc Streitenfeld - Effetti speciali: FB-FX, Plowman Craven & Associates, Centroid Motion Capture, Hammerhead Productions, Lola Visual Effects, Moving Picture Company - Formato: Color - Durata: 131' (140').
Cast: Russell Crowe, Cate Blanchett, Max von Sydow, William Hurt, Mark Strong, Oscar Isaac, Danny Huston, Eileen Atkins, Mark Addy, Matthew Macfadyen, Kevin Durand, Scott Grimes, Alan Doyle, Douglas Hodge, Léa Seydoux, Jonathan Zaccaï, Robert Pugh, Gerard McSorley, Velibor Topic, Ciaran Flynn.
Trama e commenti: cinematografo.it - doppioschermo.it - comingsoon.it - film.virgilio.it - it.wikipedia.org - film.tv.it - movieplayer.it - ilmessaggero.it - filmup.leonardo.it - it.movies.yahoo.com - zapster.it - filmissimo.it - mymovies.it: «Nell’Inghilterra del XIII secolo, Robert Longstride è un abile arciere dell’esercito di Riccardo I, impavido sovrano in guerra coi francesi. Una freccia uccide il monarca e convince Robert e i suoi amici a congedarsi dall’armata e a fare ritorno a casa, ma nel tragitto soccorrono Sir Loxley, incaricato di annunciare l’avvenuta morte di Riccardo e di consegnare la sua corona. Sul punto di morte il nobile uomo strappa all’arciere una promessa, dovrà restituire la sua spada al vecchio padre nella contea di Nottingham. Uomo di parola, Robert si recherà nella tenuta di Loxley, dove per volere del vecchio Walter assumerà l’identità del figlio defunto e i diritti sulla bella consorte, Marion. Superba e riottosa, la donna non vuole saperne di quell’impostore che si rivela però gentiluomo. Scoperto di essere figlio dell’uomo che scrisse la Carta della Foresta, sventato un complotto francese ai danni dell’Inghilterra e deciso a reagire ai soprusi di Giovanni Senzaterra e senza cuore, Robert impugnerà arco e frecce e cavalcherà coi suoi uomini per la vittoria. Restituita la gloria alla sua terra, l’arciere viene dichiarato fuorilegge. Rifugiatosi nella foresta di Sherwood con una Marion ormai innamorata diventerà Robin Hood e leggenda. Dopo il generale Massimo Decimo Meridio, divenuto poi stella dell’arena, Ridley Scott mette in scena un altro eroe guerriero di impeccabile fattura, interpretato dal volto e dalla fisicità gladiatoria di Russell Crowe. Meno epico e rutilante del Gladiatore, Robin Hood, storia di un esperto arciere a un passo da Sherwood e dalla leggenda, esaudisce comunque l’evasione nel passato e l’identificazione con un personaggio verticalmente positivo. Spade sferraglianti, fendenti metallici, lame nella carne, frecce di fuoco nel cielo, sangue a fiotti, corpi fatti a pezzi, la contea di Nottingham mutua il Colosseo e diventa una formidabile macchina teatrale piena di trucchi e sorprese, meraviglie e attrazioni, rivelando al suo centro un fuorilegge impenitente, fedele a un codice antico e alla “bucolica” Marion di Cate Blanchett. Archiviato (ma mai scordato) l’eroe in bianco e nero di Douglas Fairbanks, quello a colori di Errol Flynn, quello animato e antropomorfo della Disney, quello in calzamaglia di Mel Brooks, quello crepuscolare di Sean Connery e ancora quello in fuga dai mori e da uno sceriffo incapace di Kevin Costner, Ridley Scott rilegge la leggenda popolare inglese e impone un eroe generoso e libertario che trova la sua forza, la sua differenza e la sua specialità nell’interpretazione di Russell Crowe. È lui ad aggiungere l’oro e a diffondere sul film la lucentezza di un metallo più fatale dell’acciaio. Che impugni una spada o brandisca un’ascia di guerra, che imbracci un arco o scagli una freccia, che cavalchi verso la gloria o seduca ai piedi di un talamo, l’attore neozelandese è mirabilmente naturale sullo schermo, in grado di eseguire perciò senza sforzo apparente le più complicate performance. Questo accade non tanto (e non solo) perché Crowe ha alle spalle il senso epico dello spettacolo e il gusto della coreografia bellica in costume di Ridley Scott, quanto perché l’attore ha maturato lunghe e faticose sedute di allenamento che hanno consentito all’esecuzione del gesto tecnico di diventare “seconda natura”. Se il Maximus di Crowe fu il magnifico (s)oggetto del desiderio di Commodo, similmente il suo Robin Hood appaga l’eccitazione e la visione dello spettatore senza questa volta dover morire nell’arena. Il suo arciere guerriero compie azioni credibili e giustificate, colpendo al cuore i cattivi e la menzogna della recita. Corpo in action quello di Russell Crowe, che si preoccupa di essere creduto mentre una foresta va in fiamme o sullo schermo piovono frecce e cenere. Braccio flesso e pollice alzato» (Marzia Gandolfi).
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb - allmovie.com - filmcritic.com - theindependentcritic.com - rottentomatoes.com - movies.msn.com - en.wikipedia.org - film.the-fan.net - beyondhollywood.com - filmtotaal.nl - movies.yahoo.com - film-book.com - movieweb.com - dvd-magazine.eu - otroscines.com - plume-noire.com - themovieinsider.com - cinemablend.com: «Robin Hood is being aggressively sold to audiences as a kind of Gladiator follow-up, and yeah, a few of the details are right-- Russell Crowe and Ridley Scott's names, for one, plus some grayscale battle sequences, a wronged man fighting for justice, and lots and lots of clanging swords. But everything about Gladiator that elevated it from cheesy potboiler to something kind of great is lost in Robin Hood, a very long, very noisy epic without an ounce of adventure in it. Robin Hood is one of history's most enduring heroes, but this "untold story" about what led him to stealing from the rich and giving to the poor merely maroons the character within a battle between France and England, a battle with virtually no stakes and no relevance to any characters we care about. The Merry Men-- embodied nicely by Kevin Durand, Scott Grimes and Alan Doyle, for what it's worth-- are relegated to wisecracking background characters, and Friar Tuck (Mark Addy) pops up once in a while to talk nonsense about beehives and remind the audience, oh yeah, this is a Robin Hood story. Even the notorious Sheriff of Nottingham is so sidelined that he's played by the famous actor Matthew Macfadyen, and I didn't even notice. Robin and Maid Marian (Cate Blanchett) get a little more screentime, and their adversarial flirtation marks some of the movie's best moments, but the minute they really get cranking its off to watch more men in armor bitch and moan about France. One of the many long wars between England and France is the background of this tale, kicking off when Richard the Lionheart (Danny Huston) is returning from a ten-year Crusade with archer Robin Longstride and nobleman Robert Loxley, among others, in his company. Richard is killed in battle, and Loxley is offed, accidentally, by villainous Godfrey (Mark Strong), an Englishman working as a spy for France. For reasons not all that interesting to explain, Robin assumes Loxley's identity and returns to his home in Nottingham, where Loxley's ailing father (Max von Sydow), for more uninteresting reasons, begs Robin to assume his late son's identity and take up with Marian, Loxley's long-abandoned wife who is understandably a little hostile to the new impostor in her bedroom. [...] The grim gray cinematography and mud on everyones' clothes and faces lend this Robin Hood more medieval authenticity than most film versions of the story, but halfway through this seemingly endless film you may find yourself longing for a Bryan Adams power ballad, or maybe an animated fox with a feather in his cap. If anything, this film proves conclusively that the next chapter of Robin Hood's story, the stealing-from-the-rich part that this film firmly sets up for a sequel that will never happen, is the part that's been told over the centuries because it's the part that's actually interesting. It's as if you were watching a movie about the 13 years Jesus spent doing god-knows-what, and it ended just before he started that whole preaching career» (Katey Rich).
Approfondimenti: Movie Review
Conosciuto anche con i titoli: Nottingham; Robin des Bois.
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