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Yakuza Apocalypse
(Gokudou daisensou)
2015, regia di Miike Takashi
Scheda: Nazione: Giappone-Francia - Produzione: OLM (Oriental Light and Magic), Backup Media, Django Film, Gambit, Happinet, Nikkatsu - Distribuzione: Samuel Goldwyn Films, Backup Media, Nikkatsu, Koch Media, Manga Entertainment, Madman Entertainment - Soggetto: Yamaguchi Yoshitaka - Sceneggiatura: Yamaguchi Yoshitaka - Fotografia: Kanda Hajime - Montaggio: Yamasta Kenji - Scenografia: Sakamoto Akira - Set Decoration: Hirano Taku, Sakai Takuma, Tanida Sachiwo - Musiche: Endō Kōji - Effetti speciali: Narumi Satoshi - Formato: Color - Durata: 115'.
Cast: Yayan Ruhian, Rirî Furankî, Hayato Ichihara, Denden, Mio Yûki, Yoshiyuki Morishita, Pierre Taki, Tetsu Watanabe, Riko Narumi, Lily Frankie, Reiko Takashima, Masanori Mimoto, Kiyohiko Shibukawa, Shô Aoyagi, Manzô Shinra.
Trama e commenti:
mymovies.it
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quinlan.it
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linkinmovies.it
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davinotti.com
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pointblank.it
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sonatine2010.blogspot.it: «Con Yakuza
Apocalypse, Miike ritorna, per diversi aspetti, agli anni del suo cinema
proletario, quello delle produzioni di serie B, a basso budget, quando non
addirittura destinata direttamente all’ambito dell’home-video (la cosiddetta, e
a suo modo esaltante, stagione del V-cinema). Il film si modella su alcuni
evidenti stereotipi del cinema yakuza, nella sua forma classica, quella del
ninkyō eiga, così come proposta, in particolare, dai film delle Tōei degli anni
Sessanta interpretati da Takakura Ken e Tsuruta Kōji. C’è il clan yakuza che
vive in armonia con la popolazione locale; c’è l’oyabun (il boss) buono che
prende le parti dei deboli; c’è il giovane appena reclutato che vuole emulare il
suo boss; c’è il mito del tatuaggio come simbolo di un’appartenenza; c’è la gang
antagonista, crudele, spietata e occidentalizzata; c’è il vile assassinio dell’oyabun;
e, soprattutto, c’è la lotta, senza esclusione di colpi, che ne consegue per
vendicarlo. Miike, tuttavia, non è un manierista e la dimensione postmoderna del
suo cinema va ben di là della logica del ricalco. Ed ecco che così il suo
Yakuza Apocalypse mescola i motivi e gli stilemi del ninkyō, a quelli del
cinema di vampiri (l’oyabun, infatti, è una creatura della notte che contagerà
con un morso il suo giovane adepto, prima di morire) e addirittura col kaijū
eiga (il cinema di mostri alla Gojira/Godzilla), per non parlare di un tocco
alla western all’italiana, col suo Django di turno. Una tale contaminazione
determina, poi, l’esplicito innesto, sulla natura drammatica del racconto (che
tuttavia permane), di una dimensione chiaramente comica, giocata sul paradosso,
il surreale, il grottesco e il no-sense. Su tutte, basti citare l’apparizione di
quello che è annunciato come “il più grande terrorista del mondo” e che, quando
finalmente compare lo fa mascherato da un enorme costume da ranocchio del tutto
fatto in casa, da far apparire quello del Gabibbo come sofisticato high-tecc.
... Yakuza Apocalypse non è un capolavoro, ma è uno dei migliori
risultati di Miike di questi ultimi anni, e soprattutto è un film che testimonia
di come, superata la fase di assestamento determinata dal passaggio alle grandi
produzioni e al rapporto con le major, Miike sia forse ancora in grado di
colpirci» (Dario Tomasi).
Plot Summary, Synopsis, Review:
IMDb -
allmovie.com
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taliesinttlg.blogspot.it
-
hollywoodreporter.com
-
rocknreelreviews.com
-
cine-vue.com
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austinchronicle.com
-
dgf-magazin.de
-
abandomoviez.net
-
latimes.com/entertainment:
«Japanese cult
filmmaker Takashi Miike ended one gangster picture with the annihilation of
planet Earth, so that means that his new crime-horror-science-fiction hybrid
Yakuza Apocalypse is, by rough estimate,
only the sixth- or seventh-craziest movie he's made. Even partial-strength Miike
is plenty outlandish. Yakuza Apocalypse
is slow-paced and talky, but no film can be called run of the mill when it
features vampires, a smelly turtle-beaked goblin and a furry humanoid frog with
fierce martial arts skills. The basic plot of
Yakuza Apocalypse sees young mob lackey Kageyama(Hayato Ichihara)
inheriting the superhuman strength and insatiable blood-thirst of his dying
boss, then siring his own army of the undead to do battle against a rival
organization. Because the story is broken up by long fight sequences and surreal
slapstick interludes — both of varying quality — the action isn't always easy to
follow. There's some purpose to Miike's madness, though.
Yakuza Apocalypse seems to comment on
how predatory businesses can feed on one another for only so long before they
start bleeding innocent victims. Any deeper meaning is sprinkled sparingly
between scenes of that crazy jujitsu frog-man and dozens of other freaky visions
that will make little sense to any but the Miike faithful. For those fans who
don't mind enduring some tedium and confusion,
Yakuza Apocalypse at least offers something memorably bizarre» (Noel
Murray).
Conosciuto anche con il titolo: Yakuza Apocalypse: The Great War of the Underworld.