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IL DECAMERON
1971, regia di Pier Paolo Pasolini
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Scheda: Nazione: Italia-Francia-Germania (RFT) - Produzione: PEA, Artistes Associés, Artemis - Distribuzione: United Artists Europa, Ricordi Video, Vivivideo, Panarecord, L'Unità Video - Soggetto (dall'opera di Giovanni Boccaccio): Pier Paolo Pasolini - Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini - Fotografia: Tonino Delli Colli - Montaggio: Nino Baragli, Tatiana Casini Morigi, Enzo Ocone - Scenografia: Dante Ferretti - Costumi: Danilo Donati - Musiche: Ennio Morricone, Pier Paolo Pasolini - Effetti speciali: Rtd. - Formato: Panoramica Technicolor - Durata: 14'.
Cast: Franco Citti, Ninetto Davoli, Silvana Mangano, Jovan Jovanovich, Vincenzo Amato, Angela Luce, Patrizia Capparelli, Giuseppe Zigaina, Gabriella Frankel, Vincenzo Crito, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Iovine, Salvatore Bilardo, Vincenzo Ferrigno, Luigi Seraponte, Antonio Diddio.
Trama e commenti: cinematografo.it - kataweb.it - mymovies.it - film.spettacolo.virgilio.it - pasolini.net: «Con Decameron (1971), così come per gli altri due successivi film (I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte) con i quali costituisce ciò che verrà poi definita la Trilogia della vita, Pasolini si propose di esaltare i valori della corporeità e della vitalità sessuale. "Decameron è un'opera che vuole essere completamente gioiosa, in maniera astratta", dichiarò il regista. E aggiunse: "La gioia di vivere che c'era nel Boccaccio (anche nei racconti tragici) proviene dall'ottimismo del Boccaccio. L'ottimismo del Boccaccio era un ottimismo storico. Cioè, nel momento in cui lui viveva, esplodeva quella meravigliosa e grandiosa novità, che era la rivoluzione borghese: cioè nasceva la borghesia. E, in quel momento, intorno al Boccaccio, la borghesia aveva la grandezza, che avrebbe raggiunto solo in certi momenti, e in certi stadi, e in certe, diciamo così, aree marginali della sua storia". ... Il film riprende nove racconti di Giovanni Boccaccio, il grande poeta e narratore del Trecento, tra cui due episodi-guida, quello di ser Ciappelletto (interpretato da Franco Citti: personaggio libertino e immorale oltre che assassino, che in punto di morte si fa passare per santo) e quello dell'allievo di Giotto, che è interpretato dallo stesso Pasolini: in chiave autobiografica il regista-attore sottolinea il rapporto tra la vita, il sogno e l'arte (al termine del film, Pasolini-allievo di Giotto festeggerà con i suoi lavoranti l'impresa compiuta, poi, guardando l'affresco - il suo film - dirà: "Perché realizzare un'opera, quando è così bello sognarla soltanto?"). Un "intermezzo", per così dire, è rappresentato dal sogno allucinato, compiuto dall'allievo di Giotto (Pasolini) e riprodotto nelle immagini cinematografiche a somiglianza di pitture trecentesche. Temi del sogno sono il paradiso (con una bellissima Silvana Mangano che impersona la Madonna) e l'inferno: le rappresentazioni dei "quadri" sono molto suggestive. Nei dialoghi è utilizzato il dialetto napoletano. "Ho scelto Napoli", dirà Pasolini, "perché è una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e, così, di lasciarsi morire". Cinque dei nove racconti sono "licenziosi", cioè l'erotismo vi ha il sopravvento...».
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb - entertainment.msn.com - tvguide.com - brown.edu: «The adaptation of Boccaccio's Decameron by Pier Paolo Pasolini has been debated regarding its faithfulness to the original text. His restructuring of Boccaccio's original frame and change in focus of the ten stories chosen and adapted for the film have engendered disapproval among literary and cinema critics, despite their acknowledgment that no work of literature can be perfectly replicated on screen. Pasolini's intention was not to recreate the medieval world of Boccaccio's characters but instead to comment on contemporary Italian society through the metaphorical use of the original novellas of the Decameron. Pasolini dismantles the bourgeois frame of the brigata and replaces it with two subframes composed of modified novellas from the Decameron. By effecting this change, at least in his Ciappelletto subframe, Pasolini alters his characters' socio-economic point of view to support the Marxist dialectic which appears in all of his films. For example, ...».
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