Sei in: Cinema e Medioevo ® Immagini del Medioevo nel cinema - I classici

  testo di Giuseppe Losapio  


Timeline

di Richard Donner, 2003

LA SCHEDA DEL FILM

 

 

 

   

Sogg.: dall'omonimo romanzo di Michael Crichton
Scen.: Frank A. Cappello, Michael Crichton, Jeff Maguire, George Nolfi
Fot.: Caleb Deschanel
Mus.: Brian Tyler
Inter.:

Paul Walker (Chris Johnston), Frances O'Connor (Kate Ericson), Gerard Butler (André Marek), Billy Connolly (professor Edward Johnston), Anna Friel (Lady Claire), Ethan Embry (Josh Stern), Marton Csokas (De Kere), Michael Sheen (Lord Oliver), Lambert Wilson (Lord ArnautMatt Craven (Kramer), Neal McDonough (Gordon), Rossif Sutherland (Francois), David Thewlis (Doniger), David La Haye, Richard Zeman.

Nazionalità: USA 2004
Durata: 116'
Altri titoli: Les prisonniers du temps

 

Sicuramente il film Timeline, diretto da Richard Donner e tratto dall’omonimo libro del romanziere americano Michael Crichton, non sarà ricordato negli annali della storia del cinema di fantascienza, sia per la non brillante interpretazione degli attori sia per l’esile trama che non rende giustizia al libro.

È la storia di un gruppo di studenti universitari collaboratori di un archeologo americano, il prof. Edward Johnston, che opera in Francia nei pressi di un villaggio medievale detto di Castelgard, sito tra un castello e una abbazia, teatro di uno scontro feroce tra truppe francesi ed inglesi durante la guerra dei Cent’anni. Gli scavi procedono normalmente quando il prof. Johnston non scompare del tutto dopo un misterioso colloquio con la ITC Corporation, finanziatrice degli scavi. A questo punto incominciano strani rinvenimenti: lenti di occhiali tra gli strati più antichi del monastero, una strana firma su un documento del XIV che richiama esplicitamente il nome in latino del docente scomparso con una richiesta d’aiuto.

I giovani assistenti chiedono un incontro con i capi dell’azienda che finanzia i loro scavi e scoprono che questa ha costruito una macchina del tempo che porta i viaggiatori nel 1357 a Castelgard. Per questo motivo la grande azienda era interessata agli scavi che cerca riscontri tra le loro missioni nel tempo e le informazioni che gli scavi fanno emergere. I ragazzi sono risoluti a recuperare il loro docente e convincono la ITC a mandarli nel loro “amato” Medioevo. Il resto del film propone una serie monotona di scene di azione e momenti drammatici, in cui spicca una bella e fedele ricostruzione di un assedio a un castello.

Il lieto fine è quanto mai scontato: gli ingegneri della ITC riescono a ricostruire la macchina del tempo, in tempo per far ritornare gli eroi nel presente; i cattivi di turno, il capitano inglese del castello e il manager senza scrupoli della ITC, vengono sconfitti e l’assistente del professore si innamora di una principessa francese e rimane nel “suo” Medioevo con un orecchio mozzato, dopo uno scontro d’armi per la presa del castello.

Tante occasioni sprecate per poter rappresentare il XIV secolo francese: il senso della vita e della morte, i rapporti tra uomini e donne, il cibo, tanti spunti che il film prende dal libro ma che non sviluppa e che appiattisce soltanto per descrivere dettagliatamente soltanto gli scontri e le tecniche di assalto e di difesa del castello. Insomma fari puntati su ciò che da spettacolo: la guerra. A queste scene si aggiungono momenti gratuiti e assurdi, come il taglio dell’orecchio dell’assistente del professore che non grida per il dolore, ma al contrario esulta perché capisce di essere lui il nobile raffigurato su una lastra tombale rinvenuta durante gli scavi.

Gli unici elementi interessanti della storia, che sono sviluppati più compiutamente nel libro, sono il rapporto che si crea tra medievisti e il Medioevo, da loro studiato e mai vissuto, e l’immagine che il film dà dei medievisti. Nel primo caso è evidente il processo di demistificazione dell’idea di Medioevo che hanno i giovani studiosi. A contatto con la spietatezza della realtà medievale viene meno quell’idealismo, una visione romantica, e anche un po’ ludica, che ha influenzato l’immaginario collettivo creando una età di mezzo fatta di cavalieri cortesi e valorosi e di un rapporto idilliaco tra uomo e natura. La realtà è tutt’altra e porterà alcuni di loro a dover rivedere la loro passione verso un’epoca che è solo nella loro testa.

Più interessante è il secondo spunto di riflessione. Qual è l’immagine che offrono degli studiosi del Medioevo? I medievisti vengono qualificati come archeologi anche se si trovano spesso a leggere pergamene, catalogare codici e descrivere le forme di scrittura usate: tipico lavoro dello storico e non dell’archeologo. Per quale motivo la figura dell’archeologo è deputata a rappresentare lo storico nella filmografia americana? È forse l’immagine del mitico archeologo creato da Spielberg, Indiana Jones, che influenza le scelte iconografiche degli autori? O c’è altro?

Sicuramente l’archeologo che prende il volto di Harrison Ford, ha un ruolo importante nella filmografia americana nel aver caratterizzato la figura dell’archeologo-avventuriero, e questo film ne presenta una versione in miniatura, dove i giovani studiosi si trovano a scalare case di paglia e legno o ad attraversare passaggi sotterranei, ma negli States il lavoro storico è molto differente rispetto a quello che avviene in Europa.

Oltreoceano è molto forte l’impronta della New history (nuova storia) nata nei paesi anglosassoni assieme alla New archeology, con lo scopo di ricreare ambienti ed eventi storici dal vivo. Non è difficile trovare negli Stati Uniti d’America corsi universitari in cui lo scopo primario è quello di ricostruire eventi storici attraverso miniature o con l’organizzazione di manifestazioni di ambientazione storica. E questa particolarità è molto forte sia nel libro che nel film, che mostra ricostruzione di battaglie con miniature oppure momenti in cui i personaggi sono ripresi a destreggiare con le spade o nel tirare con l’arco.

Il film non mostra l’aspetto laboratoriale di questo modo di fare ricerca, ma rappresenta un gruppo di persone che si occupano di reperti inanimati o di scontri con le spade, come se fosse un passatempo e non un momento di studio.

Timeline è una scommessa persa. Un film con idee e premesse interessanti sacrificati ad una trattazione approssimativa che gravita a quella che sarà il colpo di scena centrale ovvero la battaglia di Castelgard. Un film d’azione che pone domande interessanti ma risposte superficiali o pressappochiste.

     

     

       

   

©2008 Giuseppe Losapio

    

 


  su  Immagini del Medioevo nel cinema - I classici: Indice  Cinema e Medioevo-Indice del sito

Indice film nel sito