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                                      Il castello delle ombre      a cura di Vito Attolini

Le recensioni di Vito Attolini

Star Wars: Episode III - Revenge of the Sith

Interpreti: Ewan McGregor, Hayden Christensen, Natalie Portman, Samuel L.Jackson, Christopher Lee – Usa, 2005

 

   

Col terzo episodio, La vendetta dei Sith, si conclude l’intera saga delle Guerre stellari la cui realizzazione ha avuto inizio circa trent’anni fa. Ora che il ciclo è compiuto sarebbe bello rivedere, nell’ordine cronologico e narrativo, i sei film che lo compongono, ideati da George Lucas che ne ha diretti tre, affidandone altrettanti ad altri registi. Chiusura in bellezza, questa della Vendetta dei Sith, cui l’autore della saga ha posto particolare attenzione, non soltanto perché ne ha ripreso in mano le redini, ma anche a causa del carattere centrale che vi assumono le componenti in gioco nella doppia trilogia delle Guerre. è dai nodi che interferiscono e sciolgono in questo episodio che derivano le ragioni che poi saranno alla base delle lotte intergalattiche contro l’Impero ed è qui che assistiamo alla metamorfosi dell’eroe, da positivo in negativo.

Sul piano strettamente narrativo La vendetta dei Sith è il più lineare e dallo svolgimento meno frastagliato. Ciò si deve anche, in parte, al suo impianto per così dire ideologico: al contrario di un canone fondamentale dei film d’avventure, fantascientifiche e no, qui Anakin, personaggio centrale, conclude la sua esperienza sposando la causa dell’Impero contro cui si ribelleranno le forze “democratiche” degli abitanti della galassia. Le forze del male hanno allungato i loro tentacoli per stringere e catturare l’eroe buono, il quale vi ha ceduto, allettato dal miraggio del potere. Conclusione pessimistica che getterebbe un’ombra inquietante sull’intero ciclo delle guerre stellari, se non sapessimo che quelle del bene, alla fine, avranno partita vinta. «Ecco che la democrazia crolla sotto uno scroscio di applausi», commenta amareggiata dal servile consenso popolare (doppiamente amareggiata, avendo perduto il suo uomo), la bella e dolce Amidala (Natalie Portman).

Dopo la guerra, il consiglio dei Jedi, manda in missione Obi Wan Kenobi (Ewan McGregor) insieme con Anakin (Hayden Christensen) per catturare gli ultimi capi ribelli, e l’operazione andrebbe a buon fine se su uno dei pianeti della galassia il capo Palpatine, il cui potere è saldamente ancorato, non allettasse il giovane Anakin con la promessa di spartirlo con lui, proponendogli un alleanza per la realizzazione di un grande impero stellare. Le forze oscure del male («Che la forza sia con voi», dirà negli altri episodi successivi il leale Obi Wen Kenobi, che nei precedenti film era interpretato da Alec Guiness) hanno un potere di seduzione troppo forte perché Anakin non ne subisca il fascino, anche a costo di qualche sacrificio.

Sul piano visivo La vendetta dei Sith non è certo inferiore agli altri del ciclo. Androidi, cloni, creature antropomorfe, robot si muovono sullo sfondo di scenari grandiosi, che fanno pensare al ruolo decisivo che, nella realizzazione, ha avuto la scenografia, fantascientifica nel senso più ampio del termine. Le battaglie “aeree” combattute con astronavi dalle forme più stravaganti sono entusiasmanti nella giusta misura; i duelli acrobatici con le spade a laser, come quello sulla piattaforma che si affaccia sul magma incandescente, si ispirano anche a quelli di cui il cinema orientale ha il primato; l’immagine della città futura ha pure qualche debito – tecnica digitale a parte – con l’immaginario urbano prospettato da Metropolis di Lang. Eredità artistica sapientemente rielaborata da Lucas, che con le sue Guerre stellari ha lasciato un segno nel cinema della fantascienza.

     

LA SCHEDA DEL FILM

  

  

©2005 Vito Attolini; recensione pubblicata in "La Gazzetta del Mezzogiorno"

    


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