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                                      Il castello delle ombre      a cura di Vito Attolini

Le recensioni di Vito Attolini

 

Interpreti: Richard Gere, Laura Linney, Will Patton – USA, 2002

 

   

I messaggi oltremondani che alimentano un ricco filone del recente cinema americano sono ben poco consolatori. Minacciosi o iettatori infatti, non inducono a rassicuranti speranze, essendo forieri di sventure o, come nel caso di questo film, di catastrofi. Il mothman in questione è un autentico spauracchio (da cui lo spettatore si lascia di buon grado catturare) dalle forme di un uomo-falena che coloro i quali malauguratamente hanno incontrato e ne sono scampati cercano di fissare sulla carta in malcerti disegni, fra le cui ombre scarabocchiate si intuiscono i suoi poco seducenti lineamenti.

La moglie di John Klein lo ha visto poco prima di morire in un incidente automobilistico fra il baluginare delle luci notturne lungo un'autostrada immersa nell'oscurità. Al marito che le era accanto e non ha visto nulla la sfortunata lo chiederà anche dall'aldilà. Fin quando John ripercorre la strada maledetta, incontra strani individui che hanno visto la "falena" e hanno perciò acquisito una sorta di sesto senso, e infine cerca una soluzione all'enigma con l'aiuto di una poliziotta (di cui si innamora). Ma lo scioglimento del mistero coincide con il verificarsi di una catastrofe annunciata: il crollo rovinoso di un ponte di ferro su un fiume della Virginia, ovviamente con molte vittime.

Voci dall'ombra, dice il sottotitolo del film, con cui Mark Pellington ribadisce la sua curiosità per il paranormale e il metafisico, già sperimentati nel suo precedente e interessante Arlington road. Con questo film prosegue la sua esplorazione dei regni inferi, forse con scarsa fiducia nella possibilità di impedire ai suoi abitanti di continuare a visitarci come ospiti indesiderati (com'è presumibile, visto il successo di pubblico che questo genere paranormale sta riscotendo).

Se la prima parte di The mothman profecies ci trasmette una certa angoscia - si sa che una minaccia vaga o dai contorni incerti incute più paura di una ben definita - la seconda cede troppo alla suspense che prepara la catastrofe finale, con le consuete, fastidiose inverosimiglianze - tuffo del protagonista nel fiume e salvataggio della poliziotta incastrata nella macchina piena d'acqua - convergenti in un sia pur parziale lieto fine. Richard Gere conferisce verità al personaggio (grazie forse alle sue notorie inclinazioni spiritualistiche); ma la palma va a Will Patton (uno di quelli che hanno visto l'uomo-falena) un eccellente attore finora non valorizzato come dovrebbe essere.

 

LA SCHEDA DEL FILM

   

  

©2003 Vito Attolini; recensione pubblicata in "La Gazzetta del Mezzogiorno"

  


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