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Il castello delle ombre a cura di Vito Attolini |
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Francesco Tortora
Braveheart - Cuore impavido (Braveheart), 1995, regia di Mel Gibson
Quante volte guardando la scena di Braveheart in cui l'impavido William Wallace, alias Mel Gibson, esorta a combattere i suoi compatrioti per la libertà contro la tirannia inglese, abbiamo provato un moto di esaltazione misto a commozione? Immaginiamo però che il celebre condottiero durante le battaglie d'indipendenza della Scozia invece di vestire il mitico kilt e i tessuti di tartan scozzese, si fosse abbigliato con una tunica color zafferano, per di più intinta nelle urine dei cavalli. Sicuramente agli occhi dello spettatore moderno apparirebbe molto meno affascinante e virile. Spesso però la vera storia non è raccontata dalle pellicole di Hollywood. Come conferma un recente studio di Fergus Cannan, un giovane e stimato storico scozzese. Secondo l’accurata analisi del professore fino all’inizio del Seicento gli scozzesi non avrebbero mai indossato durante le battaglie il classico kilt, ma la loro divisa da combattimento era una camicia gialla color zafferano.
DOCUMENTI - Cannan ha ricostruito le radici storiche della Scozia analizzando diversi documenti redatti da testimoni oculari vissuti prima, durante e dopo il regno di Robert I Bruce, sovrano che condusse all'indipendenza il paese dell’Europa del Nord nel 1314. Numerosi documenti, che sono citati nell'ultimo libro di Cannan Scottish Arms and Armour dimostrano che l'esercito scozzese fino alla fine del sedicesimo secolo avrebbe indossato una tunica di lino tenuta su da una cintura. Per riuscire a ottenere il color zafferano, i membri delle prime tribù scozzesi, spesso molto poveri, intingevano il lino nelle urine dei cavalli o strofinavano sui vestiti foglie gialle. I soldati coprivano poi le tuniche color zafferano, chiamate in Gaelico "Leine croich", con pelle di vitello o di cervo, che probabilmente erano immerse nella pece affinché divenissero impermeabili. Il "vestito giallo da guerra" fu indossato per diversi secoli. In un documento del 1572, un certo Angus, capo del Clan Chattan, fa riferimento a questo indumento e dichiara che esso era ancora venerato dalla sua popolazione come il "distintivo dei capi tribù".
ERRORI STORICI. «I vestiti indossati dai soldati scozzesi durante le grandi battaglie per l'Indipendenza erano fino ad oggi sconosciuti e mai qualche storico se ne era interessato» dichiara il professor Cannan al Telegraph di Londra. Poi taglia corto: «Dimenticate il kilt e il tartan. Purtroppo il vestito giallo da guerra non è mai stato mostrato in nessun film o immagine popolare». Infine punta il dito contro i suoi colleghi: «Gran parte degli storici ha giustamente affermato che il film Braveheart è pieno di terribili errori storici, ma ciò che non è stato ammesso è che loro stessi non sapevano quali cose fossero giuste e quali sbagliate». In realtà fin dall'uscita del film girato dallo stesso Mel Gibson, numerosi studiosi indicarono all'attore di Hollywood i diversi errori storici commessi. Ad esempio nel film sono raccontate presunte avventure amorose di Wallace mai accadute. Inoltre alcuni studiosi hanno affermato che per far apparire gli inglesi più tirannici, nel film è rappresentato un vero falso storico: mai gli inglesi imposero alle tribù scozzesi lo ius primae noctis, il diritto del signore di passare la prima notte di nozze con la novella sposa. La professoressa Clare Downham dell'Università di Aberdeen alla fine è d'accordo con le intuizioni di Cannan e dichiara: «Il kilt così come lo conosciamo oggi fa parte di un'immagine più moderna e romantica della Scozia».
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Dal "Corriere della Sera", 29 giugno 2009 (segnalato da Andrea Chiapella).