Dante crede fermamente
nella reincarnazione, sa di aver vissuto durante il Rinascimento con
l'identità di Artemisia, una donna rimasta vittima di una tragedia
d'amore e di gelosia, nella quale, insieme a lei, persero la vita il
suo amante, scoperto e ucciso in duello da suo marito, e
quest'ultimo, trafittosi a vicenda con Artemisia stessa.
Nella speranza di far reincarnare lo spirito di Aminta (il "suo"
antico e clandestino innamorato), Dante ha studiato le opere di
Nicholas Flamel, di Paracelso e di altri alchimisti e sapienti del
passato, rintanato in un rudere in mezzo a un bosco a fare
esperimenti sul come riportare in vita i morti. Un giorno si procura
il corpo di una giovane donna di nome Isabelle, morta per amore, e
prova a rianimarlo per mezzo di incantesimi: la magia ha effetto, la
donna resuscita, ma... niente è quello che sembra, in un mondo
dominato dalle forze occulte...
Il cortometraggio
Aminta's Poem,
realizzato da Max Pozzi e Joe Pastore, riserva molte piacevoli
sorprese. Pur trattandosi di una produzione indipendente, appare
assai curata nella forma, tanto da rivaleggiare con pellicole
destinate al grande schermo. I movimenti di macchina sono complessi
e si sbizzarriscono in inquadrature inconsuete, al limite del
virtuosismo. La fotografia sofisticata valorizza gli ambienti e
sottolinea l'espressività dei protagonisti. Il montaggio ha la
giusta lentezza, indispensabile per creare il pathos e rendere
credibile una vicenda che poteva facilmente scivolare nel ridicolo
involontario. La sceneggiatura appare solida, alterna con maestria
gli eventi del presente e quelli raccontati nei flashback.
Il computer interviene su ogni fotogramma, ritocca i colori,
aggiunge i pochi effetti speciali che accompagnano l'evocazione
dello spirito di Aminta. I mezzi digitali sono sfruttati per
costruire una vicenda ricca di malinconica poesia, e mai divengono
escamotage per tamponare carenze nella sceneggiatura o nella
recitazione. Alcuni trucchi sono stati realizzati durante le
riprese, come la nebbia che avvolge il cimitero oppure il pallore
innaturale del viso della risorta; trattandosi di una storia gotica
e non di un horror, la sobrietà è un pregio.
La colonna sonora è davvero suggestiva. I costumi e le armi sono
stati prestati da una compagnia di rievocazione storica e da ditte
che riforniscono i teatri, e volutamente evitano mode: datare gli
eventi significherebbe contestualizzarli, privando la vicenda del
suo fascino. Di certo il dramma che innesca la disperata ricerca di
Dante avviene nel Rinascimento, mentre il ritorno in vita del corpo
di Isabelle è opera di forze sovrannaturali, che sfuggono alle
categorie dello spazio e del tempo.
Così il protagonista scrive i suoi appunti con una penna d'oca in
un'agenda tascabile, e intanto, fugacemente, le date di nascita e
morte sulla tomba profanata indicano che ci troviamo nel 2010, un
presente in cui però scienza e magia sembrano poter trovare un punto
d'incontro.
Gli attori appaiono a loro agio nei diversi ruoli; anche se traspare
un certo "imbarazzo" durante il duello tra Aminta e il marito
tradito, l'espressività dei volti e le voci impostate fanno
perdonare la manchevolezza. Le buone interpretazioni rendono più
credibili le atmosfere del racconto gotico, che gode di numerosi
riferimenti colti. Si fanno i nomi degli esponenti più significativi
della storia dell'alchimia, a partire dai filosofi greci; viene
omaggiato Edgar Allan Poe e la letteratura vittoriana di genere.
Aminta's Poem potrebbe sembrare una pellicola anti cristiana,
a uno sguardo superficiale: il sacerdote che celebra il rito funebre
per Isabelle si dimostra scostante e non ha una sola parola di amore
verso la sfortunata creatura. La magia invece potrebbe apparire un
buon mezzo per rimediare ai presunti errori del destino. Purtroppo
per Dante, gli incantesimi richiedono anni di studio, lasciano chi
li pratica prostrato e indifeso, e possono fallire con conseguenze
imprevedibili.
Assai poetica la conclusione: sconfitto l'avversario, i protagonisti
possono riabbracciarsi, anche se niente sarà come una volta.
Delicato il messaggio: l'amore trionfa a suo modo, è l'unica forza
che supera le barriere della fisicità. I corpi in fondo sono
solamente contenitori per le anime, in questa bella favola dark che
mantiene tutte le promesse dell'incipit.
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