LA CONFESSIONE DI
DRACULA
di
VINCENZO ABATE
Il mio tempo è giunto. Ho avuto la
fortuna di essere arrivato alla vecchiaia nonostante tutte
le cose orrende che ho visto nelle Missioni nei paesi del
Terzo Mondo dove ho servito la mia opera per tutta la vita.
Ho visto cose talmente brutali ed ingiuste da provocarmi,
nel corso degli anni, una mirìade di dubbi sull'esistenza di
Nostro Signore. Certe cose non si possono giustificare
nemmeno con il libero arbitrio, ho sempre trovato aberrante
il fatto che Dio non intervenga nella realtà oggettiva per
difendere i deboli e gli oppressi da coloro che depredano e
commettono crimini contro l'umanità.
Ma non è sempre stato così, da
giovane la mia fede era inattaccabile. Ero un giovane
idealista voglioso di imparare tutto ciò che era citato
nelle Sacre Scritture, volevo portare la parola di Dio nel
mondo. Ricordo ancora l'emozione che provai quando presi i
voti. Ma sembra che siano passati secoli da quel momento.
Purtroppo la mia visione d'insieme sulle cose della Terra e
del Cielo mutarono irrimediabilmente quando feci
quell'incontro... mi son chiesto diverse volte, negli anni
che seguirono quell'evento, se non avessi immaginato tutto o
se fosse tutto reale. Il dubbio mi ha attanagliato per tutta
la vita. Ma ora sarà meglio che io scriva in questo mio
diario ciò che accadde quel 26 gennaio di molti anni fa, il
parroco poi deciderà se le mie sono state insane
allucinazioni di un uomo giunto alla fine della sua
esistenza o se il Credo che noi seguiamo debba essere
rivisto in tutti i suoi elementi.
Era un freddo inverno, io mi
trovavo per motivi di ricerca in un vecchio monastero in
Boemia. Ero così bramoso di conoscenza, che ardevo dal
desiderio di apprendere quanto più possibile.
Una sera mi recai alla taverna del
posto, nel villaggio più vicino al monastero, e fu lì che
feci l'incontro con Lui. Non ricordo nemmeno più come ci
incontrammo, o come iniziammo la discussione, o chi dei due
si sia avvicinato all'altro. Ricordo soltanto che mi trovai
seduto ad un tavolo ed avevo davanti a me il Principe delle
Tenebre, avevo di fronte Dracula.
Posso solo immaginare
l'espressione del viso di coloro che leggeranno queste mie
parole, ed io spero che i loro timori su ciò che era il mio
stato mentale sia esatto.
Ricordo esattamente il fervore dei
suoi occhi scuri che zampillavano di venature rossastre. Il
mento duro e arcigno, il naso aquilino, i folti capelli neri
e le labbra sottili ed emaciate che mettevano in risalto due
canini aguzzi che sporgevano.
Non so come ma mi trovavo con
quell'oscuro personaggio e chiacchieravo con lui, in verità
però era maggiormente lui a interloquire, ed io ascoltavo...
era come una confessione. La confessione di un mostro.
Mi raccontò la storia della sua
esistenza, lunga per tanti secoli, sin da quando l'uomo è
apparso sulla Terra. Avevo letto il romanzo Dracula scritto
da Bram Stoker ed avevo visto qualche pellicola dedicata a
questo personaggio che ero certo facesse parte solo della
fantasia dell'uomo. Ma lo avevo di fronte a me, con i suoi
modi gentili e pieni di cortesia che nascondevano, lo
percepivo chiaramente, una furia ed una forza pronta a
scattare in qualunque momento.
Egli mi parlava e raccontava la
sua dannata esistenza, ricordo vagamente alcuni punti: mi
disse che Bram Stoker aveva trascritto una storia che
veramente accadde ambientandola qualche anno dopo che
successe e spostando lo scenario dalla Germania
all'Inghilterra. Il professore irlandese aveva ascoltato la
testimonianza di un uomo che aveva sconfitto il Conte
Dracula e ne trasse spunto per il personaggio di Abraham Van
Helsing nel suo romanzo. Gli chiesi quando era nato, o
comunque quando era iniziata la sua esistenza maledetta. Ciò
che disse mi sconvolse. Egli era conosciuto con il nome di
Dracula che gli rimase nel quindicesimo secolo quando da
Voivoda della Valacchia terrorizzò l'intera Europa per i
suoi metodi sanguinari. Ma questo era solo uno dei mille
nomi che aveva avuto nel corso della Storia. Egli è sempre
esistito, il nome Dracula è solo un concetto, una paura
radicata nell'anima del cuore umano che deve necessariamente
etichettare e dare dei nomi alle proprie inquietudini. Era
imperatore all'epoca degli Egizi e dei Romani, assistette
alle Crociate sanguinarie tra cristiani e musulmani, era
presente alla crocifissione di Gesù Cristo... Egli è sempre
stato nella nostra esistenza sin dalla nostra creazione. I
demoni incisi sulle pietre nei deserti della Siria o nelle
mura degli Aztechi altro non erano che stilizzazioni della
sua ombra demoniaca che si era insinuata nel corso della
storia tra le venatura della nostra evoluzione.
Egli conobbe Nostro Signore
Onnipotente che lo scacciò dal Paradiso per la sua vanità e
la sua brama di gloria... ed ecco qual'era la verità: ciò
che noi conosciamo attraverso l'arte come Dracula altri non
è se non Satana stesso, incarnatosi in forma umana fin dalla
creazione dell'uomo. Egli è stato l'artefice delle più
grandi epidemie della storia, come la Peste Nera che
sterminò l'Europa tra il 1342 e il 1345. Era disceso da un
oscura terra con un'orda di topi che diffusero il contagio
della Morte Nera. Sedusse Eva e la tramutò in una perfida
strega che causò la cacciata dell'uomo dall'Eden. Infettò
con il suo morbo migliaia di uomini e donne trasformandoli
in sanguinarie creature della notte, che però venivano
uccisi dagli uomini con metodi che ancora oggi ascoltiamo
nei film dell'orrore... ma Lui no. Egli non era morto e non
sarebbe mai morto, Egli era la morte stessa ed era al di là
di ogni realtà materiale. Un impuro spirito maligno
incarnato nel corpo di un uomo. Dio lo scacciò perché lo
temeva disse, temeva che il suo potere diventasse sempre più
grande e lo relegò sulla terra dandogli però modo di potersi
nutrire del sangue dei vivi... inorridivo al pensiero che
Nostro Signore avesse permesso a questo demonio di succhiare
via l'essenza vitale degli uomini.
La sua era come una confessione, o
forse sarebbe meglio dire una testimonianza di tutto il
marciume che è stato commesso nei secoli. Egli era e ancora
è il simbolo e l'artefice delle aberrazioni dell'umanità
intera, e questo è stato proprio Dio a volerlo e a renderlo
possibile. La sua cacciata dal Paradiso faceva parte del
grande ed oscuro disegno che Dio aveva per tutto il cosmo, e
Lui Dracula, o Lucifero, Nerone o uno dei nomi che ha avuto,
era colui che era condannato per l'eternità a vivere nella
dannazione, a scontare le pene per il Male che veniva
commesso. Ricordo che provai quasi un po' di tristezza per
il suo infelice destino.
Qui i miei ricordi si
interrompono, non so come uscimmo da quella locanda e non
ricordo nemmeno se lo rividi altre volte, per quanto mi
sforzi proprio non lo so. Ed ora sono qui che aspetto che
giunga la mia ora, ormai prossima, e tremo al pensiero della
morte che sta per sopraggiungere e che mi porterà tra le
mani di un Dio che non so più se sia misericordioso o...
Il mio momento è quasi giunto, ma
dentro di me c'è la sensazione che da un momento all'altro
Lui, Dracula, possa sbucare fuori dal nulla e donarmi la
stessa maledetta immortalità che ne ha contraddistinto
l'esistenza. Credo anche di desiderare che succeda.
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