Sei in: Cinema e Medioevo ® Vampiria. Tutti i film sui vampiri ® I film in ordine alfabetico (1896-oggi) |
Le vampire de la cinémathèque
1971, regia di Roland Lethem
Scheda: Nazione: Belgio - Produzione: di Natacha Schinski - Soggetto: Roland Lethem - Fotografia: Claude Neckel - Montaggio: Jeachet - Musiche: The Skaters - Formato: Colore, corto - Durata: 25'.
Trama e commenti:
xing.it: «Un
esempio di riproposizione alterata di esperienze seminali dello sperimentalismo
cinematografico, proposto da Xavier García Bardón. "Joseph Plateau non aveva
porcherie sugli occhi, toglietele dai vostri". Nel 1843, Joseph Plateau, fisico
e matematico belga, celebre per le sue ricerche sulla persistenza retinica fissa
il sole per 25 secondi e perde la vista per amore per la scienza. Nel 1971
Roland Lethem, cineasta sperimentale e provocatore belga sistema la sua macchina
da presa davanti al fenastiscopio, il celebre disco inventato da Plateau nel
1831, una delle prefigurazioni evidenti di quello che sarebbe stato il
dispositivo cinematografico. Il risultato: Le Vampire de la Cinémathèque,
un film ipnotico, ritmico e irritante in cui il viso luminoso di una ragazza si
trasforma all’infinito in quello di una strega/vampira e viceversa. Al di là
della provocazione Lethem raggiunge con questo film lo stadio della
contemplazione pura e mette in scena una forma di omaggio al cinema attraverso
il cinema stesso. Film limite, Le Vampire de la Cinémathèque è anche il
capolavoro di Lethem, segnato dalla scoperta del cinema sperimentale in
occasione del festival EXPRMNTL di Knokke-le-Zoute – che accolse in un casinò
del litorale belga gli allora sconosciuti Yoko Ono, Stan Brakhage, Jonas Mekas,
Henri Chopin o Musica Elettronica Viva…».
Plot Summary, Synopsis, Review:
IMDb
- 0xdb.org
-
pbcpictures.com -
mcbxl.yucom.be
-
nyktalopmelodie.org:
«Vampire de la
Cinémathèque (1971), hommage rendu au génial inventeur du phénakistiscope,
Joseph Plateau, dit qu’ ‘il faut se laisser vampiriser par le film’, la plupart
des spectateurs ferment aussitôt les yeux, crient leur désapprobation, cassent
les fauteuils et quittent la salle furieux et frustrésqu’ils ne sont pas libres,
et comme le disait Philippe Bordier, ‘parce qu’ils ont de la merde dans les yeux’»
(Boris Lehman).