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Romeo e Giulietta
2015, regia di Massimo Coppola
Scheda: Nazione: Italia - Produzione: Indigo Film, Standard Films - Distribuzione: Rai 3 - Soggetto (basato sulla omonima tragedia di William Shakespeare): Massimo Coppola - Sceneggiatura: Massimo Coppola - Fotografia: Daria D'Antonio - Montaggio: Latino Pellegrini - Musiche: Charles Gounoud - Color, documentario - Durata: 56'.
Cast: Massimo Coppola, Valerio Mastandrea, Mary Monrovich, Hasib Omerovich, Nino Smith.
Trama e commenti: doc3.rai.it - mymovies.it - cinecitta.com - cinemaitaliano.info - sinistra.ch - nuovocinemalocatelli.com - filmtv.it - filmitalia.org - sentieriselvaggi.it: «Due adolescenti si scambiano promesse d’amore, fra una distesa di papaveri rossi. La macchina da presa accarezza gli sguardi timidi e gli ruota attorno, rimanendo incollata ai loro corpi, senza opporre alcuna distanza. “Bravi, avete fatto il cinema”. Massimo Coppola esce dall’inquadratura che si allarga, rivelando il set improvvisato, la troupe minima che segue Nino e Mary, due dei giovani rom impegnati in questo adattamento di Romeo e Giulietta, che mette in scena gli eterni turbamenti adolescenziali in uno scenario che replica le lotte tra i casati Montecchi e Capuleti. Work in progress nato un paio di anni fa per il progetto Up di Vodafone Italia, Romeo e Giulietta raggiunge adesso quasi un’ora di materiale montato: Coppola si muove all’interno del campo, fra le roulotte, quasi come un “uomo dei sogni”, arrivato a portare quello del cinematografo. Ma il suo lavoro, che continua di fatto la bella esperienza di uno dei format più riusciti di Mtv, Avere vent’anni, indagine capillare e mai scontata fra le inquietudini di una generazione, va oltre. Il cinema, come messa in scena ed evasione da sé, diventa il linguaggio comune attraverso il quale i ragazzi riescono paradossalmente a raccontarsi, più propensi a recitare fedelmente un copione già scritto che a rivelare le proprie emozioni. Ed è qui che si innesta l’esperienza da intervistatore di Coppola, capace di cogliere la palla al balzo e trovare la chiave per penetrare questo universo di codici e leggi non scritte ma persistenti.
Lo accompagna nel viaggio Valerio Mastandrea, che si offre in una sequenza divertente e tenera in cui, facendo la memoria sul testo insieme a Nino, dà vita a un maieutico tentativo di far uscire il ragazzo dai binari rassicuranti del testo scritto per lasciar emergere la sua personalità. Una scena non lontana dall’operazione di La mia classe di Gaglianone, che conferma l’attenzione sincera dell’attore romano per il sociale e l’importanza della politica culturale sulla marginalità che sta portando avanti ormai da anni, sul campo, a cui ascrivere anche la realizzazione complicatissima dell’ultimo film di Claudio Caligari, Non essere cattivo, tra poche settimane alla Mostra di Venezia, dopo la scomparsa del regista. Tra ciak impossibili e violazioni della norma – come il bacio sulle labbra che crea scompiglio nella comunità – interviste sorprendenti “I nazisti dovevano ammazzare tutti gli zingari” detto da uno degli stessi ragazzi rom, si muove il piccolo Luigi, a cui la troupe posiziona una piccola Go Pro sulla fronte, infantile corpo-macchina del futuro che guarda (e si guarda) la vita nel campo, i balli improvvisati a favore di macchina. Ed eccoci al punto di partenza, la scena finale del dialogo amoroso che racchiude il senso dell’operazione. “Bravi, avete fatto il cinema”».
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb - lebillet.ch - advertolog.com - filmitalia.org: «Nino and Mary are sixteen and live in a Roma encampment in Rome’s Tor de’ Cenci neighborhood. This is the story of an attempt to produce Romeo and Juliet in a place where the plot of Shakespeare’s play is still absurdly topical: Nino and Mary, our Romeo and Juliet, really do belong to two feuding families, which want to prevent them from acting together».