La bella e la bestia
(Beauty and the Beast)
2017, regia di Bill Condon
Scheda: Nazione: USA-GB - Produzione: Walt Disney Pictures, Mandeville Films - Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures - Soggetto (dal racconto di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont e dall'omonimo film del 1991): Linda Woolverton - Sceneggiatura: Evan Spiliotopoulos, Stephen Chbosky - Fotografia: Tobias A. Schliessler - Montaggio: Virginia Katz - Art Direction: Niall Moroney - Scenografia: Sarah Greenwood - Set Decoration: Katie Spencer - Costumi: Jacqueline Durran - Musiche: Alan Menken - Effetti speciali: Digital Domain, Evolution FX, Framestore, Lola Visual Effects, Snow Business International, The Visual Effects Company e altri - Formato: Color - Durata: 129'.
Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Josh Gad, Kevin Kline, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Ian McKellen, Emma Thompson, Audra McDonald, Gugu Mbatha-Raw, Hattie Morahan, Haydn Gwynne, Gerard Horan, Ray Fearon, Clive Rowe, Rita Davies, Adrian Schiller, Henry Garrett, Michael Jibson, Zoe Rainey, Jolyon Coy, Lynne Wilmot, Wendy Baldock, Norma Atallah, Sonoya Mizuno, Lara Decaro, Ben Fox, Sam Brown.
Trama e commenti: mymovies.it - comingsoon.it - it.wikipedia.org - badtaste.it - repubblica.it - movieplayer.it - facebook.com - ecodelcinema.com: «La bella e la bestia non è il primo (e non sarà l'ultimo) live action tratto da un film d'animazione della Disney. Rivelatosi un filone d'oro in questi tempi in cui le idee scarseggiano, viene (e verrà) saccheggiato senza pietà: ma c'è chi sa farlo con stile e chi fallisce clamorosamente. La bella e la bestia è uno dei cartoni più amati di tutta la produzione Disney, un po' perché Belle è la prima principessa ad avere una mente intellettuale e il coraggio di rimboccarsi le maniche anziché attendere sospirando l'arrivo del Principe Azzurro, un po' perché la Bestia è un anti-principe con il suo carattere scorbutico e il temperamento irascibile e ciò lo rende più reale e umano degli altri, e un po' perché tra le musiche bellissime, il divertente bisticciare tra Lumiere e Tockins e una storia d'amore ben più complessa di una scarpetta di cristallo, è impossibile non innamorarsene; non a caso è stato il primo film d'animazione ad essere candidato all'Oscar come Miglior Film. Riproporre un simile capolavoro, quindi, non è facile: forse è impossibile, o forse è semplicemente necessaria una mente brillante e originale che produttori e regista di questo live action hanno dimostrato di non possedere. Certo è che La bella e la bestia sembra più un'operazione di marketing e un omaggio che un film a sé stante, come dimostra la spietata, assidua e lunghissima campagna pubblicitaria perpetrata e la scelta di riproporre alcune scene in modo esattamente identico al cartone. Scelta, però, che penalizza la pellicola anziché innalzarla: per vedere Belle che corre sul prato cantando non serve realizzare un intero film, perché ne esiste già uno così. I realizzatori di Cenerentola e Maleficent hanno avuto l'intuizione di modificare la storia quel tanto che bastava per renderla interessante e nuova; quelli de Il libro della giungla hanno stupito con effetti speciali prodigiosi e hanno omaggiato e modificato rispetto all'originale nella misura giusta. La bella e la bestia, invece, non porta avanti nessuna delle due strategie e manca così completamente il bersaglio: non innova, non aggiunge nulla se non scene superflue e apporta modifiche inutili, portando così sullo schermo una brutta copia del film del 1991. ...».
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb - allmovie.com - nytimes.com - en.wikipedia.org - vulture.com - rottentomatoes.com - tvtropes.org - cineplex.com - hollywoodreporter.com - cinemalogue.com: «Both parts of the title apply in equal measure to the live-action remake of Beauty and the Beast, a fundamentally unnecessary exercise in style over substance that coasts on its abundant charms. It’s beautiful in terms of the visual extravagance that fills every frame, making the hand-drawn simplicity of the original 1991 musical masterpiece even more colorful and vibrant. And it’s also a beast, bogged down by a meandering script that’s much darker than its predecessor. For those needing a refresher, the fairy-tale romance takes us back to France, where a superficial prince (Dan Stevens) is placed under a spell, turning him into a hideous beast and his staff into anthropomorphic household objects, from a clock to a candelabra to a teapot. Belle (Emma Watson) is an eccentric small-town bookworm being pursued by an arrogant brute named Gaston (Luke Evans). Instead, she lives a quiet life with her inventor father (Kevin Kline), until he’s stranded in the forest. When a panicked Belle follows, she winds up a prisoner in the beast’s castle, where the ragtag sidekicks see her as the key to breaking their curse, if only they can play unlikely matchmaker. Taking advantage of his great source material, director Bill Condon (Dreamgirls) assembles some dazzling eye candy, with lavish costumes and sets, seamless visual effects, and terrific choreography. The beast is more menacing than ever. When combined with the memorable songs, it’s a feast for the senses. The reimagined production numbers are certain to elicit huge grins, while Watson is endearing as the smart and strong-willed heroine. The screenplay is reverent to the first film, although it adds some new subplots and characters that emphasize the moral complexity in the central relationship. It significantly extends the final act with mixed results, leading to an overwrought finale. While Hollywood has never shied away from regurgitating past successes, Beauty and the Beast could signal a troubling trend. Hopefully with its live-action technological resplendence, it won’t render a classic into obscurity, especially with hand-drawn artistry in general having sadly become a relic. A live-action Dumbo is in the works, too. However, taken on its own terms, this remake is enchanting even in its darkest and most foreboding moments. After all, it’s fine to appreciate this follow-up while sparking a renewed affection for the original. Even if you already know this “tale as old as time,” it’s worth revisiting».
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