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47 Ronin
2013, regia di Carl Rinsch
Scheda:
Nazione: USA
- Produzione: H2F Entertainment, Mid Atlantic Films, Moving Picture
Company, Stuber Productions
- Distribuzione: Universal Pictures - Soggetto: Chris
Morgan, Walter Hamada - Sceneggiatura: Chris Morgan,
Hossein Amini - Fotografia: John Mathieson
- Montaggio: Stuart Baird -
Art Direction: Gary Freeman,
David Allday,
John Chichester,
Robert Cowper,
Fay Greene,
Stuart Rose,
Leslie Tomkins - Set Decoration: Elli Griff - Costumi: Penny
Rose -
Musiche: Ilan Eshkeri -
Effetti speciali: Baseblack, Digital Domain, Framestore, Halon
Entertainment, Mark Roberts Motion Control, Moving Picture Company, Snow
Business International, Soho VFX - Formato: Color - Durata:
118'.
Cast:
Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi, Kô Shibasaki, Rick
Genest, Cary-Hiroyuki Tagawa, Haruka Abe, Yorick van Wageningen, Togo Igawa,
Yuriri Naka, Jin Akanishi, Shihoko Nagai, Akira Koieyama, Tomoko Komura, Chillie
Mo, Aaron Ly, Brian Hirono, Derek Siow.
Trama e commenti:
mymovies.it -
it.wikipedia.org -
movieplayer.it -
lacritica.org -
comingsoon.it
-
sentieridelcinema.it: «Giappone
medioevale. 47 samurai decaduti alla morte del loro signore cercano la vendetta
con l’aiuto di un mezzosangue dai misteriosi poteri… 47 Ronin è
l’adattamento di una vicenda storica dell’inizio del XVIII secolo divenuta
leggendaria e così fondante della cultura giapponese da essere rimessa in scena
ogni anno in una rappresentazione caratteristica detta Chuhingura. Le
tombe dei 47 samurai, tanto fedeli al loro signore ingiustamente costretto al
suicidio rituale da vendicarlo uccidendo, in un audace colpo di mano, il suo
nemico e tutti i suoi discendenti maschi, sono una meta frequentatissima sia dai
giapponesi che dai turisti. Sì, perché pur essendo considerati uno degli esempi
più puri di sequela del bushido (codice d’onore dei samurai), o forse
proprio per questo, i 47 (anzi, 46: il più giovane fu risparmiato per
conservarne la memoria), dopo aver portato a termine la loro impresa, compirono
tutti insieme il seppuko, il suicidio rituale con il quale il samurai
poteva ristabilire l’onore perduto (in questo caso disobbedendo ad un ordine
esplicito del governo, che aveva a suo tempo condannato il loro signore Asano
alla stessa pena per aver attaccato un consigliere dello shogun). Questa la
storia e la leggenda tradizionale, che la pellicola di Carl Rinsch, nel
tentativo di creare un prodotto adatto sia al pubblico giapponese che alle
platee internazionali, trasforma in un cappa e spada abbondantemente condito di
elementi fantasy (mostri, draghi e una strega mutaforme) e fornisce di una
sottotrama romantica abbastanza posticcia affidata all’unica star occidentale
del cast, Keanu Reeves. La confusione che regna nella storia deriva proprio da
questa vocazione incerta: da un lato omaggiare una tradizione che per i
giapponesi (che infatti non hanno gradito) è materia quasi sacra, dall’altra
confezionare una storia comprensibile e condivisibile anche altrove.
Questa ambivalenza si riflette innanzitutto nell’incertezza nell’identificare il protagonista della storia: Oishi (la star giapponese Hiroyuki Sanada, visto di recente anche in Wolwerine-l’immortale, operazione in parte analoga e certo più riuscita di blockbuster biculturale), che persegue solo la vendetta del defunto Asano, oppure Kai (Reeves), il misterioso mezzosangue innamorato della figlia di Asano e cresciuto da pericolosi demoni. Il suo statuto di meticcio introduce nella storia anche il tema della convivenza razziale (in un Giappone che all’epoca, non lo dimentichiamo, era ancora prevalentemente chiuso agli influssi stranieri), ma anche una vicenda in stile Romeo e Giulietta che fa un po’ a pugni con la vocazione suicida del gruppetto (la bella spende due lacrime, ma non fa un’obiezione di fronte alla scelta dell’amato causando nel pubblico femminile un moto generale di rivolta). O forse semplicemente il romanticismo figlio della cultura occidentale inevitabilmente entra in contraddizione con una mentalità, come è quella del bushido, che è sì fedeltà assoluta all’onore e alla giustizia ma che, come in questo caso, sembra intrinsecamente incapace di far valere le ragioni di una giustizia superiore e del valore della vita di fronte all’applicazione letterale del codice e del volere del sovrano. Il film, peraltro, funziona al meglio nelle scene d’azione, quando mostra tutti i soldi che sono stati spesi per realizzarlo in combattimenti di massa, coreografie spettacolari, duelli all’arma bianca, e scontri con draghi volanti. Ma non convince nello svolgimento, nonostante la buona volontà profusa, e crolla sotto la sua contraddizione originaria» (Laura Cotta Ramosino).
Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb
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allmovie.com
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rogerebert.com
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theguardian.com
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totalfilm.com
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hollywoodreporter.com
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rottentomatoes.com
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cinemafantastique.net
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estrenosdecine.net
-
cinemablend.com:
«Boasting flying dragons, tattooed pirates, hoards of samurais, brawling
giants, a shape-shifting sorceress, and mystical monks, you might be surprised
to hear 47 Ronin is "based on a true story." But keep in mind it's based
on a true story the same way Robin Hood is; it's a folk tale with "true" origins
grown very vague and thereby ripe for restructuring for epic adventures. Also
like Kevin Costner-fronted
Robin Hood, 47 Ronin features a shamed noble who
seeks out justice and revenge with the help of a band of rebels who hide in the
forests. It's a premise that guarantees an entertaining ride, no matter how
uncertain the hand of its director. Set in 18th century Japan, 47 Ronin
follows the quest of the titular shamed samurai, who have been stripped of their
rank following the death and dishonor of their master. To avenge him and save
his daughter from marrying a manipulative and villainous noble, these 47
Ronin must gather all their strength and conquer a massive army, as well as
the malevolent forces of an evil witch. Despite the title, this feature only
gives focus to two Ronin. One, played by Keanu Reeves, is an outsider named Kai,
who is despised for his mysterious past and "half-breed" blood. The other is
Kuranosuke Oishi (Hiroyuki Sanada), the group's leader who risks his life, his
reputation, and even his family line (his son) to reclaim the honor of his late
master. As you'd hope, this setup allows for numerous fight scenes. Though
47 Ronin is director Carl Rinsch's first feature film, he handles much of
these sequences well, generally managing the use of CGI beasts, complicated
fight choreography, and fifty-plus characters. Some scenes become cluttered in
the cut, and the geography can get muddled. But overall, Rinsch shows a skill
for building the tension of a sequence and then paying it off with fight scenes
so fluid they contain a mystical musicality. Adding gravity to the film's
violence is an on-point sound design that makes its physical blows feel palpable,
and truly striking cinematography that makes a handful of moments breathtakingly
majestic. ...».
Approfondimenti: Movie
Review
Conosciuto anche con il titolo: 47 Ronin: La Leyenda del Samurai.