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(Kingdom of Heaven)
di Ridley Scott, 2005
Nell’esaminare e giudicare Le crociate è necessario scindere il giudizio cinematografico da quello storiografico, premesso che il film sommariamente non mi è dispiaciuto, anche se mi aspettavo di vedere un vero e proprio kolossal storico, cosa che non si è verificata. Purtroppo i film storici tendono sempre a peccare nelle erronee
presentazioni dei fatti realmente accaduti, romanzando troppo le
vicende stesse a scapito della vera Storia (appunto con la “S”
maiuscola) che diventa, come si suol dire, un racconto all’acqua di
rose. D’altra parte mi rendo conto che il lato economico fa sempre
la parte del leone e l’incasso è la prima cosa a cui pensare,
quindi presentando il cosiddetto “mattone” storico non si
riuscirebbe certamente ad attirare un pubblico elevato, anche se è
d’obbligo ricordare che la storia ha sempre qualcosa da insegnare e,
proprio sull’argomento crociate, gli insegnamenti sarebbero molti e
applicabili a certe situazioni politiche odierne. Ma lungi da me
affrontare qualsiasi tema politico: certo non è qui la sede giusta, quindi proseguo con altre
considerazioni di carattere cinematografico e storico. Dal punto di vista della scenografia del film, escludendo i fatti
storici, il mio parere è perlopiù positivo, in particolare sono
stato molto colpito dai paesaggi e panorami che vengono presentati
volta per volta, soprattutto ho impresso nella mente la scena della
partenza dei crociati dalle coste italiane, con la visione del mare in
tempesta, delle imbarcazioni sbattute dalle onde e della trepida
attesa dei militi immersi in chissà quali pensieri, speranzosi di
redimere il mondo cristiano e se stessi, forse ognuno in cerca del
proprio personale Santo Graal; sì, perché io penso che ognuno di noi cerchi un proprio Sacro Graal, che
non è un oggetto materiale ma spirituale e non è neppure una cosa
unica, ogni persona ha il suo da trovare, nascosto chissà dove. Ho trovato coinvolgenti le scene delle battaglie: con il loro impeto davano la sensazione di esserci dentro,
nell’orribile scontro con
le armi bianche, sensazione che però avevo provato maggiormente nella
battaglia iniziale, fra romani e barbari, del film Il
gladiatore dello stesso regista de Le crociate
(ahimé, per me, che sono appassionato anche della storia romana antica, quel
film è
stato deludente più di quest’ultimo per i gravi svarioni storici).
Restando in tema di battaglie, ho trovato buona la ricostruzione delle macchine da guerra usate per la
difesa e per l’assalto, in particolare reputo positiva la
ricostruzione delle torri mobili d’assalto. Come è mia abitudine, prima o dopo la visione di un film storico, cerco
di documentarmi sui fatti e personaggi storici del film ed è qui che,
come già accennato all’inizio, saltano fuori le dolenti note.
Infatti gli errori nei fatti e nella vita, nella rappresentazione dei
personaggi possono essere molteplici e certamente infastidire ogni
storico, sviando l’apporto culturale, soprattutto verso i neofiti,
che potrebbe trasmettere il film stesso. Ho consultato un libro sulle
crociate e sto ancora leggendo dei testi storici e poetici di quel
periodo, editi dalla Mondadori,
collezione Meridiani. Forse qualcuno di voi avrà già letto questi
ultimi; li trovo molto interessanti, essendo cronache scritte da persone
vissute al tempo delle crociate, per esempio il vescovo di Tiro,
Guglielmo.
Da quanto ho letto è molto fantasioso il rapporto d’amore, che pare
poi addirittura sfociare in un futuro matrimonio, fra Sibilla e
Baliano d’Ibelin; infatti, da quanto mi risulta, quest’ultimo aveva con sé moglie e
figli in terra di Gerusalemme, per la precisione la moglie era Maria
Comnena, già sposata in precedenza col re di Gerusalemme Amalrico.
Altri personaggi degni d’importanza nella trama storica non vengono
neppure citati, ad esempio Boemondo III conte di Tripoli. L’ordine
degli Ospitalieri viene trattato in maniera troppo marginale e, per quanto riguarda i Templari, secondo me vengono messi in luce in
modo troppo negativo, anche se effettivamente gli attriti all'interno
del Regno di Gerusalemme del periodo su cui si basa il film esistevano
realmente e le azzardate scorrerie di Rinaldo di Chatillon sono realtà
storica. Devo dire che quest’ultimo personaggio lo ritengo ben
interpretato, imbevuto di un misto fra fede religiosa, potere,
violenza, un uomo tormentato. Ritornando ai Templari, ritengo che nel film avrebbero dovuto avere un rilievo più positivo,
visto la loro preminenza nella massima difesa della fede, tenendo
anche conto della brutta fine che fecero negli anni a seguire,
incolpati di delitti e pratiche eretiche inimmaginabili. In sostanza un film di tale portata storica non doveva essere trattato
così alla leggera, doveva essere sviluppato meglio nei vari fatti
storici, doveva esserci uno sforzo maggiore nella precisa ricerca
storica, anche se comunque intravedo un messaggio e cioè non
commettere più l’errore di una moderna crociata, come pare avvenire ai nostri giorni in certe aree geografiche. Lo
scontro avvenuto nelle crociate fra mondo islamico e cristiano ha
certamente segnato la storia futura perlopiù in modo negativo e ciò
è necessario evitare che si ripeta. A tal proposito può anche essere
interessante consultare un
noto volume di Franco Cardini, pubblicato da Laterza, Europa
e Islam – Storia di un malinteso. Il
mio rammarico è che la cinematografia europea riesca poche volte a
produrre dei film storici; penso che sarebbero migliori di quelli
americani, più curati, visto che la conoscenza e il patrimonio
culturale del Vecchio Mondo superano sicuramente quelli americani, anche
se comunque debbo spezzare una lancia a favore della cinematografia
americana che, con pregi e difetti, producendo film storici qualcosa di
buono lo fa in ogni caso (o almeno, ci prova).
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©2005